Recensione Plugin Waves L3 Multimaximizer l’arma segreta per il tuo mix finale

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Recensione Plugin Waves L3 Multimaximizer l’arma segreta per il tuo mix finale

L’audio in ingresso è suddiviso in cinque bande di frequenza
L’L3 differisce dai tradizionali limitatori a banda larga e multibanda in diversi modi. A differenza dei limitatori a banda larga, l’L3 utilizza innanzitutto filtri crossover di fase lineare per dividere lo spettro audio in cinque bande. Il PLMixer utilizza quindi criteri psicoacustici per decidere in modo intelligente quanta attenuazione applicare a ciascuna banda in modo da utilizzare tutto l’headroom disponibile. Il risultato è che l’intermodulazione è ridotta al minimo e il volume complessivo è massimizzato, il tutto mantenendo la semplicità di un singolo controllo di soglia principale.

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Quando i migliori ingegneri del mastering si siedono dietro il mixer, hanno bisogno di migliorare la risposta in frequenza e massimizzare i livelli proteggendo la fedeltà delle loro sorgenti. È qui che entra in gioco L3: il primo limitatore multibanda a somma automatica al mondo per il mastering all-in-one.

Dai il giusto headroom* al tuo mix finale
I limitatori multibanda convenzionali dividono il segnale in bande di frequenza separate e quindi limitano ciascuna banda in modo indipendente. Qui, tuttavia, il livello in tutte e cinque le bande di frequenza viene sommato utilizzando un algoritmo chiamato Waves Peak Limiting Mixer.

Se, in un dato istante, questa somma supera il valore di Soglia, L3 calcola la quantità di attenuazione necessaria e la distribuisce in modo intelligente sulle diverse bande di frequenza. Per impostazione predefinita, le bande che vengono attenuate di più sono quelle che contengono più energia, ma è anche possibile indicare a L3 di concentrare la riduzione del guadagno nelle bande di frequenza dove si pensa che sarà meno evidente.

Il risultato è che puoi applicare una limitazione più generale con meno conseguenze udibili.

In Questo breve filmato potete vedere e ascoltare come agisce L3 Multimaximizer, inserito nel’insert del cursore master del mixer di Studio One 5, muovendo solo il cursore “Theshold” aumenta l’headroom senza andare in distorsione (ascoltate in cuffia o sull’impianto ad alto volume …salterete dalla sedia per lo stupore)

L’aumento o il taglio di 12dB per banda funge da equalizzatore di fase lineare
L3 consente un aumento o un taglio di 12dB in ciascuna banda oltre alla limitazione applicata a ciascuna banda. In effetti, questa funzione funziona esattamente come un equalizzatore di fase lineare posizionato prima della sezione di limitazione dell’L3, rendendo l’L3 uno strumento di mastering finale all-in-one. L’L3 dispone anche di un crossover di fase lineare che non introduce distorsione di fase tra le bande di frequenza. I punti di crossover sono selezionabili dall’utente.

I controlli individuali consentono l’emulazione dei classici limitatori
Mentre la tecnologia del PLMixer consente all’L3 di essere straordinariamente trasparente, i controlli aggiuntivi gli consentono di emulare il colore e il carattere dei limitatori vintage. Il controllo Separazione, ad esempio, regola l’indipendenza di ciascuna banda. Quando è impostato su 0, le bande non reagiscono separatamente, quindi L3 funziona – e suona – come un limitatore di banda larga. Il Master Release altera l’Adaptive Release Control (ARC) dell’L3, offrendo opzioni tonali calde, scalate, aggressive e manuali oltre all’impostazione ARC standard. A completare il set di funzionalità dell’L3 c’è l’acclamata sezione Waves dithering e noise shaping, che offre la massima qualità del suono percepita dopo la quantizzazione.

Attrezzatura per installare un home studio con un buon rapporto qualità/prezzo

Caratteristiche:

  • Limitatore di picco multibanda / plug-in di ottimizzazione del livello
  • EQ di fase lineare per alti dolci e bassi incisivi
  • IDR™ Aumento della risoluzione digitale con riquantizzazione bit a doppia precisione e dither con filtro noise shaping del 9° ordine
  • Controlli di rilascio automatico ARC™ master e individuali
  • Include L3 Ultramaximizer, L3-LL Multimaximizer e L3-LL Ultramaximizer
  • Plugin VST3 64 bit

*Definizione Headroom

In elettronica, col termine headroom si intende il margine che esiste tra il livello nominale di un segnale ed il massimo livello che un dato sistema è in grado di gestire correttamente (per es. prima che si verifichi la saturazione del dispositivo con conseguente clipping del segnale), ed è spesso espresso in decibel. Il termine headroom è frequentemente usato in ambito audio per descrivere la capacità di un circuito amplificatore di gestire segnali di ampiezza superiore a quella nominale.

Per esempio, un amplificatore progettato per accettare al suo ingresso segnali ad un livello nominale di -10 dBV che saturasse a +20 dBV avrebbe un headroom pari a 30 dB.

Il concetto di headroom è complementare a quello di rapporto segnale/rumore: infatti, rispetto al livello nominale del segnale, il primo descrive il margine superiore prima della saturazione del sistema, mentre il secondo descrive il margine inferiore prima del rumore di fondo del sistema. Ricorrendo a questi due concetti è possibile descrivere l’intervallo entro il quale un sistema è in grado di gestire correttamente un segnale prima che questo venga degradato dalla saturazione o dal rumore di fondo.

Il fenomeno di distorsione che si verifica quando il segnale supera l’headroom è sfruttato in ambito musicale – esclusivamente nel trattamento di segnale audio analogico – specialmente ricorrendo ad amplificatori valvolari, per ottenere particolari timbriche. Tale tecnica è chiamata overdrive e consente di ottenere quello che viene comunemente detto “suono crunch”. L’alterazione del segnale audio analogico sopra (o in prossimità) della soglia di Headroom avviene gradualmente; mentre la sua esasperazione produce sonorità volutamente distorte, una saturazione minima viene invece percepita come un suono più caldo, meno secco, come per esempio quando vengono effettuate registrazioni di audio su nastri magnetici in modo analogico, eccedendo in modo lieve i livelli di headroom del nastro stesso; questo non produce alta fedeltà del segnale registrato rispetto a quello da registrare, ma tale alterazione viene da molti percepita e ricercata come un gradevole effetto di colorazione del suono.

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